ARTE E FEDE
IL VOLTO DI CRISTO E LA SUA IMMAGINE
Viviamo
il momento in cui la riflessionesu tanti
episodi di un'umanità travagliata da violenza e ingiustizie, ci portaspontaneamente a cercare un Volto che per amore si è fatto fratello di
questa umanità: il volto di Cristo. Un volto
immaginato nell'infinito dolore della croce, visitato dall'arte, rivisitato
dalle ricostruzioni cinematografiche, diventato forse fin troppo genericamente
noto, sino allo stereotipo.
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RITRATTI IDEALI
NEI PRIMI SECOLI
Di
Gesù non si conoscono ritratti, anche se Sant'Ireneo,
vescovo di Lione, nel II secolo, in 'Contro le
eresie', riporta la tradizione dell'esistenza di ritratti di Cristo in scultura
e pittura, realizzati su un modello voluto da Ponzio Pilato.
Cristo sole Mausoleo dei Giuli sec II . Scavi Vaticani
Nella cultura aniconica
dei primi secoli quel volto non poteva essere
rappresentato, Cristo veniva raffigurato in modo
simbolico di una ideale bellezza apollinea nella figura del Buon Pastore, di
Orfeo, del maestro docente o, splendente di luce, nell'immagine del 'Cristo
sole' del sec.II-III (Mausoleo dei Giuli degli scavi Vaticani) immagine che, per i cristiani,
esprimeva la luce del risorto 'sole che sorge a rischiarare quelli che stanno nelle tenebre'. (Lc. 1, 78)
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l'aPPROFONDIMENTO
TEOLOGICO E LA LIBERTA' COSTANTINIANA - IL CRISTO BARBATO
Con
le definizioni dei primi Concili tra IV e V secolo, anche il rifiuto delle
immagini si placa; i Padri affermano che se Dio è entrato nel mondo delle realtà visibili facendosi uomo, allora
l'immagine non è più proibita: si può rappresentare 'ciò che di Dio si è reso
visibile', Gesù Cristo.
Apparenei secoli IV e V l'iconografia del volto di
Cristo, un'immagine
radicalmente innovativa che rimarràpraticamente invariata attraverso i secoli. Appare il volto
comunemente noto del Cristo barbato certamente più aderente ad ogni verosimiglianza
col volto reale di Gesù.
Come avvenne
l'apparizione improvvisa di quest'iconografia? Gli studiosil'attribuiscono alla presenza di unaimmagine
esistente, ma rimasta nascosta e sconosciuta nel tempo della clandestinità; con
la libertà di culto la pubblicizzazione di quell'immagine, che avrebbe dato origine alla tipologia del
volto di Cristo universalmente nota. Lo studioso Werner
Bulst ipotizza, infatti, che il Mandylion,
dove (secondo una leggenda) Cristo avrebbe impresso il suo volto, esposto a
Costantinopoli,ad Edessa,
enel vessillo imperiale, avrebbe dato origine all'immagine 'non fatte da mano
d'uomo' così diffusa nelle icone orientali.
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ARGOMENTO SINDONICO E STORIA DELLA SINDONE
l'argomento ripropone il
discorso del telo sindonico.
Il volto della Sindone rivela quei caratteri propri
del volto di Cristo che conosciamo e rivela, oltre al segno delle torture, una definizione
anatomica muscolare sconosciuta ad un pittore medievale. Quello della Sindone è
un tema discusso e affascinante nel suo mistero.
Il telo di
lino, nel quale Giuseppe d'Arimatea, membro del
sinedrio, ha avvolto il corpo di Gesù, è citato da
Luca 23,53, Marco 15,46, Matteo 27,59; sicuramente dopo la risurrezione venne conservato da apostoli e discepoli, ma di nascosto a
motivo della proibizione ebraica di toccare cose che, venute a contatto con un
cadavere rendevano impuri.
Della storia della Sindone sino al sec XIII è
possibile solo seguiretracce
ipotetiche: il percorso da Gerusalemme ad Edessa nel
V secolo,la citazione di Giovanni Damasceno nel 700 c., il trasporto a Costantinopoli nel
sec. X dove sarebbe rimasta alcuni secoli. Si sono formulate tante ipotesi e
supposizioni sull'origine di quell'impronta sino a
far ricorso a Leonardo da Vinci,(ipotesi insostenibile
cronologicamente, infatti nel sec. XV la Sindone era già ampiamente nota). Ci
sono documenti significativi: nel Codice di Pray, un pergamenaceo che risale al sec XII, oggi
conservato nella Biblioteca Nazionale di Budapest, una miniatura mostra il telo
sindonico la cui figura appare nell'atteggiamento
presentato dal lenzuolo di Torino; del telo si parla in una cronaca del 1204
che lo dice presente a Costantinopoli, mentre una notizia del 1205, lo indica
presente ad Atene.
el sec XIV il telo compare a Lirey in Francia dopo di che le sue vicende storiche sono
documentate sino all'arrivo a Torino, tramite i Savoia.
Il grave
incendio del 1532 a Chambéry sarebbe stato la causa
dell'alterazione della datazione all'esame del carbonio 14 che collocherebbe la
Sindone al 1260-1390, mentre il Codice di Pray, che è
della fine del 1100, lo dimostra esistente almeno due secoli
prima. Anche la realizzazione
dell'impronta non trova spiegazioni: nessun intervento dicolore, nessun andamento direzionale del
segno, mentre la presenza sul tessuto di pollini presenti in Palestina e altri
processi chimici, daterebbero il telo anteriormente al
1200.
Questa tradizionale reliquia della crocifissione di
Cristo non è dogma di fede e come tutte le manifestazioni soprannaturali lascia il margine per l'accettazione e la non accettazione.
l'arcivescovo di Torino Poletto, nell'ostensione del
2001 (Comunicato stampa del Vaticano, 22 maggio 2000) disse: 'Il lenzuolo che
reca in modo impressionante i segni della Passione, diventa strumento di evangelizzazione, invito alla preghiera e alla
conversione, appello per un impegno di solidarietà, in aiuto di Cristo presente
nel fratello bisognoso e sofferente' -.'Il tuo volto Signore io cerco'
(Salmo 27,8) 'Il figlio dell'uomo deve soffrire-'
La Sindone ci mostra in quel volto sfigurato il segno
dell' amore più grande.
Il volto della Sindone - Duomo di Torino
Bibliografia: PIERLUIGI BAIMA BOLLONE - Il mistero della Sindone - Borgaro Torinese 2006